Senza memoria e senza desiderio

“Senza memoria e senza desiderio”, così lo psicanalista Wilfred Bion definisce quello che dovrebbe essere l’atteggiamento dell’analista nello spazio terapeutico. Negli ultimi tempi questa espressione mi torna spesso in mente, non solo rispetto alla funzione terapeutica…

Mi accade certe mattine al risveglio, quando spalanco, ancora semi addormentata, le persiane della camera da letto. La pancia premuta contro il termosifone caldo, il busto e il volto che provano a sporgersi, andando incontro al giorno che entra. Mi piace cogliere le sottili variazioni del cielo, che si fa sempre più chiaro, rispetto ai mesi autunnali. I colori pastello dell’alba, hanno gradualmente lasciato spazio alla luce dorata del sole già sorto. Mi concedo una piccolissima sosta davanti -e dentro- questo inizio, nonostante il ritmo serrato della giornata mi incalzi. Il tempo prezioso di una manciata di respiri. Lascio che l’aria fredda mi svegli e lo sguardo si perda fino all’orizzonte, dove mi piace pensare si intravedano i monti… forse sono solo nuvole, ma mi tengo stretto il dubbio. Senza memoria e senza desiderio…

Mi accade quando mi perdo a guardare certe foto di Erri. Quella fissità silenziosa di uno scatto che cerca di fermare un attimo. Ti guardo -bambino mio- e mi domando quand’è che smarriamo questa capacità innata di guardare il mondo in modo tanto aperto e disarmato. Con autenticità e meraviglia. Resto lì -occhi negli occhi- e per un tempo piccolissimo e prezioso mi pare di non aver bisogno di altro, se non di restare nel momento presente. Perché, forse, non c’è nulla da capire e, come dice una canzone de “Le luci della centrale elettrica”, c’è solo da esistere e da lasciare correre… senza memoria e senza desiderio.

Questa estate in montagna, per la prima volta dopo anni, ho fatto caso al suono del fiume Isarco che scorre in valle, poco distante dal nostro albergo. Oggi, mentre cercavo le parole per provare a descrivere cosa significhi per me (re)stare senza memoria e senza desiderio, mi è tornato in mente quel suono -ipnotico e denso- un suono che chiede solo di essere sentito. Vissuto nel qui ed ora, scorrendo assieme a lui…


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