Chi sono

Mi chiamo Silvia Lombardi. Sono una psicologa, psicoterapeuta, specialista in psicologia della salute. Vivo a Roma da sempre. Ho un marito, Massimiliano, con cui condivido felicemente casa e Studio nel quartiere in cui abitiamo, la Garbatella. Nel 2012, è nato il nostro bambino.

14199518_10210576229592059_7891396954261655128_n

Mi appassionano -in ordine sparso- il mio lavoro, che non esito a definire anche una mia passione; cinema e teatro che sappiano emozionare e diano da pensare; la poesia, specialmente al femminile; i libri di Erri De Luca, quelli di Murakami, e il mondo che c’è in mezzo; i fiori di ciliegio e i fiori in generale; il giallo dei gingko biloba a dicembre; il mare d’autunno e la montagna d’estate; il Giappone e l’Oriente, in quanto espressione di quello sguardo altro ed estraneo, attraverso cui misurare distanze e costruire connessioni. Colleziono bambole kokeshi. Amo passeggiare, sia in compagnia che da sola.

Mi sono interrogata sull’opportunità di scrivere questa presentazione in chiave personale, considerando il mio lavoro di psicoterapeuta: non avrei, però, saputo nè potuto scriverla diversamente. Se, infatti, da un lato avverto con forza la necessità di differenziare e tenere separati i diversi contesti della mia vita, dall’altro sono consapevole di come il mio sguardo sulla realtà resti il medesimo nella sfera professionale e in quella privata, nonché di quanto queste due aree siano intimamente connesse nella mia storia e nel mio quotidiano, realizzando uno scambio impegnativo, ma anche molto fecondo.

Se dovessi, infine, ridurre all’essenziale questo tentativo di presentazione, individuandone il nucleo, chiederei in prestito a Marie Cardinal il titolo del suo celebre libro:  le parole per dirlo…

Gennaio 2022

Rileggo questa pagina a distanza di quasi otto anni e mi confronto con delle sensazioni contrastanti, almeno in apparenza. Mi riconosco ancora in questa presentazione, ma -proprio come la foto che avevo scelto- è un’istantanea oramai distante nel tempo, nonostante il nucleo più intimo re-sti fermo, dentro tutto questo scorrere. Sento necessario aggiungere qualcosa a questa pagina, aggiornarla, lasciando però invariata la prima parte, che resta per me prezioso punto di inizio di questo blog.

Tre anni fa la nostra famiglia si è ampliata, accogliendo un nuovo membro: il nostro bassotto Bergerac -detto Bergi- creatura speciale e… impegnativa, ma forse, non poteva andare che così, considerato quanto ci sia cara la parola “impegno”, col suo carico di densità e ricchezza.

Se dovessi dare un titolo a questi ultimi anni, direi che sono stati per me gli anni della (ri)scoperta del corpo, e dell’impossibilità di poterne parlarne davvero senza farne esperienza. Senza interrogarsi -e sentire- la relazione che abbiamo con lui.

Come sempre mi accade nella vita, l’interesse per questo tema è nato da un incontro. L’incontro con lo yoga, che, come provo a raccontare sulla pagina Instagram @lospaziovago e anche qui sul blog, ha significato per me implicarmi in un percorso esperienziale che sarebbe riduttivo, se non addirittura fuorviante, ridurre al piano della “sola” pratica corporea.

Senza addentrarmi ora in questo tema, mi preme solo sottolineare come il corpo non è per me solo il corpo umano, ma anche il corpo della parola, il corpo della voce; il corpo, dunque, come densità, come dimensione materica dell’esperienza.

Porre l’attenzione sul corpo mi ha permesso di restituire consistenza anche ai temi che, da sempre, mi sono più familiari, più connessi ad una dimensione per così dire spirituale.. qui mi fermo, almeno per ora, sospendendo l’impulso di spiegare e invitandovi ad entrare in questo spazio vago…

Iscriviti alla newsletter